Voglio inaugurare questo blog con un post dedicato alle illusioni ottiche, così da metterci in discussione sulle nostre presunte certezze, laddove sono convinta che, in molti casi, esistono più verità per un unico fenomeno.Mi piace l'idea di riportare qui di seguito uno dei capisaldi della psicologia della Gestalt ( detta anche della "buona forma"), ossia la figura del "profilo della suocera e della giovane donna".
Nell'osservare questa figura, solitamente, ci si sofferma a vedere uno solo dei due profili, o quello della vecchia o quello della giovane donna. Quasi mai viene colta la figura nella sua globalità e cioè mettendone in risalto sia l'anziana signora che la giovane donna. Osservate voi stessi:
La prima figura su cui vi dovete soffermare è quella grande a sx; è in questa immagine che vanno colti entrambi i profili. Sarete, probabilmente, portati a riconoscerne uno piuttosto che l'altro. Ponete poi l'attenzione alle altre 2 figure più piccole e prima in una e poi nell'altra dovreste scorgere i due profili in maniera più netta. (In alto a dx quello della giovane e in basso a dx quello dell'anziana donna).
Chi vede la figura grande per la prima volta, è probabile che giunga per caso alla scelta della struttura figurale: giovane o vecchia. La scelta che fate è determinata dal punto su cui decidete di fissare lo sguardo: la linea che congiunge naso e orecchio per la giovane oppure quella che congiunge naso e bocca per la vecchia.
Se invece viene presentata per prima una delle due figure piccole, dove è netta la chiarezza dei due profili, vi abituate a riconoscere o l'anziana signora o la giovane donna e nel vedere successivamente la figura grande l’esperienza che avete fatto influirà sicuramente sulla scelta successiva e vedrete ciò che avrete visto nella figura piccola.
Chiediamoci il perché di tutto ciò?
Il non riuscire a cogliere la globalità della figura grande scorgendone i due profili deriva dal modo in cui siamo abituati a "vedere". Ci approcciamo al mondo attraverso i nostri organi di senso (vista, udito, tatto, olfatto, gusto) ma a volte i sensi ci ingannano e si verificano quelle che comunemente sono chiamate illusioni ottiche cioè fenomeni visivi in base ai quali quanto percepiamo non corrisponde a quanto abbiamo obiettivamente davanti agli occhi.
Siamo portati a compiere delle distorsioni percettive della realtà perché tra le numerose percezioni che compiamo ogni giorno, una gran parte deriva da ciò che abbiamo immagazzinato nella nostra memoria, da immagini o comunque da ricordi precedentemente appresi che al momento giusto richiamiamo alla nostra coscienza e utilizziamo. E' come dire che ciò che abbiamo appreso prima, nel corso dei nostri anni, finisce per influenzare, e a volte in maniera non esatta, ciò che stiamo apprendendo adesso. Il nostro modo di percepire l'oggi dovrebbe essere libero, invece, da eventuali categorizzazioni o stereotipizzazioni.
Probabilmente, penso che bisognerebbe affacciarsi alla realtà con la semplicità che caratterizza i bambini, pronti a cogliere ogni cosa, senza escludere elementi per rendere ogni esperienza fatta degna di essere vissuta.